Archivio blog

giovedì 5 marzo 2015

AMIANTO, UN RIFIUTO CHE DIVENTA ORO

Amianto, un rifiuto che diventa oro!

L'amianto è un rifiuto, è una sostanza cancerogena ma pochi sanno che è anche molto prezioso.

Il prezzo del trattamento dell'amianto (rimozione, trasporto, smaltimento) è molto variabile nel nostro Paese, si va da mille a duemila euro a tonnellata nei casi tracciati, con variabilità ingiustificabili che andrebbero monitorate ed è uno degli impegni che chiediamo nella nostra risoluzione in Commissione Ambiente sul tema, per cui si assiste troppo spesso al turismo e alla pendolarità dell'amianto, perché se viene smaltito in maniera inadeguata, dovrà essere nuovamente movimentato, con la moltiplicazione degli esborsi e dei rischi;

quindi da duemila euro si è arrivati in molti casi a 5mila euro a tonnellata, che è la cifra di mercato con cui si acquista il rame, quindi chissà, a breve assisteremo anche ai furti di amianto; già abbiamo assistito al posizionamento dell'amianto sotto a scuole, strade e alloggi prefabbricati per le vittime del sisma in provincia di Mantova e in Emilia, dove ditte in verosimile relazione con la criminalità organizzata (inchiesta "Aemilia" e "Pesci" in corso) hanno approfittato dei luttuosi eventi del 2012 per smaltire "low cost" il materiale contenente amianto a loro carico, creando un notevole rischio per i cittadini esposti.

Troppe regioni non hanno neppure una sola discarica adeguata al conferimento dell'amianto, ogni regione italiana ha almeno 1 milione di tonnellate di materiale contenente amianto per un totale di 30 milioni di tonnellate, stimate con troppa approssimazione.

Per capirci, una discarica del genere, ne basterebbe intanto una per ogni regione, ha il volume di Palazzo Montecitorio, spesso ci viene da pensare che se fosse una discarica di amianto avrebbe una funzione più nobile a furia di decreti e atti dittatoriali; un volume del genere non viene reperito per motivi verosimilmente strumentali.

Le tecniche di inertizzazione sono di grande importanza, anche se ad oggi nessun metodo ha dimostrato una sufficiente sostenibilità economica, ambientale e sociale. Proseguire con la ricerca è essenziale, mirandola in particolare alle tipologie di amianto friabile.

Il Ministero dell'Ambiente ha risposto all'interrogazione (a prima firma Zolezzi) in merito alla sostenibilità dell'impianto sperimentale per la denaturazione delle fibre di amianto previsto nel comune di Melpignano (Lecce), proposto dalla Project Resource Asbestos s.r.l. di Cavallino (Lecce), riferendo che l'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) non era mai stata coinvolta nella valutazione della documentazione in merito alla metodologia proposta e che la stessa Ispra non era in possesso neanche delle minime indicazioni tecniche necessarie per la valutazione; tale dato è sorprendente visto che un impianto del genere dovrà essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte dell'ente locale competente e non si comprende su che basi.

Continueremo a lottare per la salute dei cittadini!

Massimo De Rosa 

Nessun commento:

Posta un commento