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sabato 21 marzo 2015

Legge di iniziativa popolare Acqua pubblica

Si e' conclusa la raccolta firme per la proposta di Legge Regionale di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell'acqua; ad Arenzano sono state raccolte circa 60 firme, su un totale di  80.000 raccolte in  tutta la Liguria grazie a tanti cittadini che si sono adoperati con banchetti ed eventi sul territorio ligure. 
La NUOVA LEGGE  sarà portata all'attenzione della nuova GIUNTA E DEL CONSIGLIO REGIONALE che sarà eletto a Maggio.
Grazie a tutti.



lunedì 9 marzo 2015

L'EX OSPEDALE MARIA TERESA PERDE I PEZZI, LE MAMME DI ARENZANO SI MOBILITANO

Un gruppo di mamme di Arenzano, in forma autonoma e apolitica, si sono fatte promotrici di una raccolta firme per presentare un esposto alla Asl e alla Procura della Repubblica per una messa in sicurezza definitiva dell'edificio dell'ex Ospedale Maria Teresa. Tegole e manufatti in amianto, grazie al forte vento di questi giorni e a interventi mal eseguiti da Arte, vengono a cadere nel cortile della scuola elementare e zone limitrofe. Le mamme lamentano che per anni, nonostante le molteplici segnalazioni, sono caduti dal tetto dell'ex ospedale pezzi di eternit di ogni dimensione. Per anni sono giunte dagli enti preposti solo  generiche rassicurazioni,  senza  che tuttavia venisse adottato un provvedimento risolutivo. Solo in seguito ad una segnalazione al Comando dei Carabinieri, é stato preso il primo provvedimento, circa un anno fa, consistente nel rivestimento del tetto con materiale bituminoso. Intervento che alla prima giornata di forte vento di Tramontana, si é rivelato assolutamente insufficiente; infatti esso é stato eseguito su un tetto pericolante e fatiscente che ad ogni episodio di forte vento, vede staccarsi le tegole di eternit ricoperte dello strato bituminoso. L'ultimo grave episodio è accorso il 24 febbraio quando, dopo una notte di Tramontana, sono precipitati a terra porzioni di tetto  in grado di danneggiare  addirittura le auto sottostanti.

Grazie alla determinazione di queste mamme, tutta Arenzano si è mobilitata per raccogliere firme sia tra i residenti che tra i cittadini sensibili all'argomento.  
Nel frattempo il Comune ha fatto partire un'ordinanza nei confronti di ARTE,  in cui chiede la messa in sicurezza, entro e non oltre giorni 45 dalla notifica della presente ordinanza, dell’immobile, nonché l’effettuazione di tutti gli interventi necessari ad evitare l’attuale stato di degrado dell’immobile. Inoltre avverte  che, avverso il presente provvedimento sono esperibili:
-          ricorso gerarchico al Prefetto della provincia di Genova entro 30 giorni dalla notifica,
-          ricorso al TAR della Regione Liguria entro 60 giorni dalla notifica,
-          ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla notifica.


Ci duole però sottolineare che l'unica cosa a cui non vene fatto cenno nell'ordinanza è la presenza di amianto nel tetto dell'edificio.
Ormai chiunque è a conoscenza dell' elevatissima pericolosità dell'amianto. Ci sono diversi studi epidemiologici che ne dimostrano la cancerogenicità e la possibilità di sviluppare il mesotelioma pleurico anche a distanza di anni. 

La correlazione tra mesotelioma ed esposizione ad amianto è così specifica che per ogni caso di mesotelioma viene sospettata e ricercata la possibile fonte di esposizione.  Per la Liguria il 75% dei casi di mesotelioma è associabile alla storia lavorativa del paziente.
Le proiezioni sull'andamento dell’incidenza che già da 15 anni indicavano che il picco si sarebbe verificato intorno al 2010-2020, sembrano confermate dai dati attuali.



Gli Amici di Beppe Grillo di Arenzano, in qualità di semplici cittadini, si uniscono all'appello delle    mamme di Arenzano che chiedono sicurezza per i loro bambini e per tutti i cittadini e invitano la popolazione a restare unita nell'affrontare con forza e determinazione questa incresciosa situazione.

Ricordiamoci che l'unione fa la forza e un esposto ha più forza se a presentarlo sono mille cittadini e non uno.




giovedì 5 marzo 2015

AMIANTO, UN RIFIUTO CHE DIVENTA ORO

Amianto, un rifiuto che diventa oro!

L'amianto è un rifiuto, è una sostanza cancerogena ma pochi sanno che è anche molto prezioso.

Il prezzo del trattamento dell'amianto (rimozione, trasporto, smaltimento) è molto variabile nel nostro Paese, si va da mille a duemila euro a tonnellata nei casi tracciati, con variabilità ingiustificabili che andrebbero monitorate ed è uno degli impegni che chiediamo nella nostra risoluzione in Commissione Ambiente sul tema, per cui si assiste troppo spesso al turismo e alla pendolarità dell'amianto, perché se viene smaltito in maniera inadeguata, dovrà essere nuovamente movimentato, con la moltiplicazione degli esborsi e dei rischi;

quindi da duemila euro si è arrivati in molti casi a 5mila euro a tonnellata, che è la cifra di mercato con cui si acquista il rame, quindi chissà, a breve assisteremo anche ai furti di amianto; già abbiamo assistito al posizionamento dell'amianto sotto a scuole, strade e alloggi prefabbricati per le vittime del sisma in provincia di Mantova e in Emilia, dove ditte in verosimile relazione con la criminalità organizzata (inchiesta "Aemilia" e "Pesci" in corso) hanno approfittato dei luttuosi eventi del 2012 per smaltire "low cost" il materiale contenente amianto a loro carico, creando un notevole rischio per i cittadini esposti.

Troppe regioni non hanno neppure una sola discarica adeguata al conferimento dell'amianto, ogni regione italiana ha almeno 1 milione di tonnellate di materiale contenente amianto per un totale di 30 milioni di tonnellate, stimate con troppa approssimazione.

Per capirci, una discarica del genere, ne basterebbe intanto una per ogni regione, ha il volume di Palazzo Montecitorio, spesso ci viene da pensare che se fosse una discarica di amianto avrebbe una funzione più nobile a furia di decreti e atti dittatoriali; un volume del genere non viene reperito per motivi verosimilmente strumentali.

Le tecniche di inertizzazione sono di grande importanza, anche se ad oggi nessun metodo ha dimostrato una sufficiente sostenibilità economica, ambientale e sociale. Proseguire con la ricerca è essenziale, mirandola in particolare alle tipologie di amianto friabile.

Il Ministero dell'Ambiente ha risposto all'interrogazione (a prima firma Zolezzi) in merito alla sostenibilità dell'impianto sperimentale per la denaturazione delle fibre di amianto previsto nel comune di Melpignano (Lecce), proposto dalla Project Resource Asbestos s.r.l. di Cavallino (Lecce), riferendo che l'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) non era mai stata coinvolta nella valutazione della documentazione in merito alla metodologia proposta e che la stessa Ispra non era in possesso neanche delle minime indicazioni tecniche necessarie per la valutazione; tale dato è sorprendente visto che un impianto del genere dovrà essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte dell'ente locale competente e non si comprende su che basi.

Continueremo a lottare per la salute dei cittadini!

Massimo De Rosa