Archivio blog

venerdì 26 febbraio 2016

Riqualificazione del parco di Villa Figoli, luci ed ombre: tagli selvaggi o un progetto ragionato?


 Il gruppo Cittadini attivi  Arenzano A 5 stelle ha ospitato l'agronomo Claudio Serrano per capire meglio come sono andate le cose e per guardare in maniera più consapevole al futuro del parco della villa, patrimonio arenzanese. 
La trasparenza e la partecipazione sono due elementi che caratterizzano l'operato del M5S; per questo motivo  il gruppo di attivisti arenzanesi ha deciso di ascoltare il parere di un esperto e sciogliere eventuali dubbi su come sono andate le cose.

Questa la sintesi della relazione:

Il Parco di Villa Figoli fu progettato nel 1872 dall'architetto Rovelli. Esso si sovrappose ad un parco settecentesco in stile formale di cui conserva ancora alcune tracce. 
Tra le piante messe a dimora durante il restyling il pezzo forte è rappresentato dalla splendida collezione di palme. 
Nel febbraio del 1934 il parco fu sottoposto a tutela, garantendo pertanto per lo stesso le condizioni di conservazione e protezione. Infatti, sia la villa che il parco furono soggetti a vincolo della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici e sottoposti successivamente alle disposizioni di tutela dei Beni Culturali.
Il parco di Villa Figoli rientra nella tipologia dei “giardini romantici”.

La loro caratteristica è di essere creati per emozionare: ricchi di spazi racchiusi ed ombrosi, più che di spazi aperti, luminosi e lineari, atti a creare una sequenza di luoghi intimi tra alberi, cespugli e fiori che apparentemente sono fatti crescere in modo naturale, quasi disordinato.

ll problema è sorto, probabilmente, nel momento in cui il progetto architettonico della Villa ha prevalso su quello dell'agronomo. Infatti secondo gli architetti il progetto avrebbe dovuto valorizzare le viste prospettiche della villa mentre il parco diventa elemento di contorno che va sfoltito in quanto adito solo a dar risalto all'edificio. Mentre, al contrario, il progetto dell'agronomo è di tipo conservativo: esso tende a dare risalto al verde e a mantenere l'autenticità del giardino. 
L'altro elemento che ha portato all'elaborazione del progetto preliminare di abbattimento, soprattutto quello riguardante i pini domestici, è stata la messa in sicurezza degli spazi pubblici.
E' ovvio che nessuno possa garantire che un albero in un centro urbano non cada e non arrechi danni in seguito ad un evento forte di vento. Pertanto, secondo questa logica, moltissimi alberi sani  e non ancora giunti a fine vita, possono essere abbattutti.
Studi recenti hanno dimostrato che, in particolare per quanto riguarda i pini domestici, gli alberi lasciati crescere liberamente e con apparati radicali indisturbati siano più resistenti in quanto la naturale conformazione aerodinamica della chioma permette una maggiore stabilità.

In seguito all'incontro del 21 gennaio tra l'amministrazione e  progettisti, tecnici comunali, tecnici dell'associazione DTGP (dirigenti e tecnici giardini pubblici) e con la presenza del Sig. Patrone - promotore della petizione pro parco - il progetto ha subito delle sostanziali modifiche.

Molte delle piante destinate all'abbattimento (in seguito ad indagini strumentali) sono state preservate.

Il direttore dei lavori, dr Sassatelli, bolognese,  ha sposato le proposte riguardo l'integrale conservazione del palmeto suggerita dall'associazione Dirigenti e tecnici dei pubblici giardini.
Purtroppo però non si è fatto in tempo a fermare l'abbattimento di un tipo di palma dal tronco multiforme molto pregiato (vedi foto 1). Il numero totale delle piante abbattute è sceso sotto le 150 unità rispetto alle 207 previste e il totale delle 589 sottoposte alla verifica VTA (visual tree assessment). Oltre ad aver accantonato lo sfoltimento del  palmeto quegli esemplari che venivano indicati come “da trapiantare per scopi architettonici” rimarranno al loro posto. Questo freno è stato posto grazie alla sollevata di scudi della cittadinanza arenzanese e ad una petizione contro l'abbattimento, atrimenti l'esecuzione dei lavori previsti dal progetto avrebbe potuto procedere per inerzia (vedi foto 2).

Al termine della pulizia preliminare l'Associazione Dirigenti e Tecnici dei pubblici giardini sarà invitata ad una visita nel parco in occasione della quale potrà attivarsi una sinergia tra progettisti-amministratori-tecnici per la valorizzazione del parco ad iniziare da un lavoro di classificazione delle piante di pregio (che a nostro avviso avrebbe dovuto compiersi prima di procedere).

sabato 20 febbraio 2016

Convocazione riunione - PARCO DI VILLA FIGOLI: Situazione attuale e futura del Parco



Vi aspettiamo 


Ordine del giorno:

1) VILLA FIGOLI: RELAZIONE SUL PROGETTO CHE AVEVA PREVISTO L'ABBATTIMENTO DI NUMEROSI ALBERI - Quale è lo stato attuale del parco? E quello futuro?- RELATORE Dr. CLAUDIO SERRANO - AGRONOMO

2) Scelta e organizzazione GRUPPI DI LAVORO (tra cui quello per osservazioni al PUC); 

3) organizzazione prossimo gazebo: proposte di iniziative di democrazia diretta (referendum, petizioni)

4) varie ed eventuali




La riunione è aperta a tutti coloro che sono interessati

venerdì 19 febbraio 2016

L'ACQUA DI ARENZANO - un tesoro pubblico da non cedere alla governance delle multi-utility

Venerdì 12 febbraio scorso è stata convocata l'assemblea di Am.Ter , ordine del giorno è il passivo di bilancio riscontrato nell'esercizio 2015 e la volontà dei 5 soci di maggioranza, i comuni di Cogoleto, Mele, Masone, Campo Ligure e Rossiglione, di capirne i motivi.
Il socio di minoranza che detiene il 49%, che è anche il socio operativo , è Mediterranea delle Acque (MdA), la stessa società che gestisce l'acqua di tutta Genova e che tramite le sue controllate gestisce di fatto anche le zone limitrofe e tutto il Tigullio . A MdA appartengono i Laghi del Gorzente, il complesso dei tre bacini artificiali che costituiscono la riserva idrica di tutta l'area. MdA è una controllata di IREN spa che ne detiene il 60% delle azioni, il restante 40% appartiene a F2i (banche, fondazioni, cassa depositi e prestiti).

Sul piano amministrativo abbiamo l'Ente d'Ambito che governa l' ATO (Ambito Territoriale Ottimale), esso assegna il Servizio Idrico ai gestori e con loro stabilisce le tariffe in base al rapporto fra spese correnti, previsione di investimenti e stima dei servizi erogati. 
L'ente d'ambito dell' ATO genovese è costituito dai rappresentanti dei 67 comuni che lo costituiscono e fa riferimento alla città metropolitana di Genova.
L'assegnazione del SII ad un unico grande gestore da parte dell'Ente d'Ambito viene motivato come una scelta volta a razionalizzare il servizio, rendendolo più efficace ed economico, anche se, alla luce dei fatti, non riscontriamo nessun beneficio sulla bolletta mentre le spese per gli investimenti vengono ridotte a discapito delle piccole reti locali di approvvigionamento.

La tendenza delle grandi società di servizi a risparmiare sugli investimenti pur di ottenere dei dividendi è ormai nota, sembra anzi essere il reale motivo della loro stessa esistenza. In tutta Italia queste cosiddette “multiutility” spartiscono dividendi superiori agli utili: nel caso di MdA essa ha distribuito nel periodo 2010 -2014 , 367 milioni di dividenti a fronte di un utile di 350, questo in violazione della legge votata dagli Italiani con il referendum del 2011.
In questo contesto si inserisce l'incomprensibile buco di bilancio di Am.Ter :
Se confrontiamo gli esercizi dell'ultimo triennio possiamo notare che il conto economico della società continua ad essere positivo mentre compaiono considerevoli aumenti di voci accessorie in bilancio.
Sostanzialmente però, i numeri, non consentono ad una società che ha un capitale sociale di 1.300.000€ di venir liquidata per un buco di bilancio di soli 30.000 .
A norma statutaria la parte di azioni possedute dai comuni non possono nemmeno essere acquistate da un eventuale socio privato, solo se la società venisse in qualche modo liquidata il SII dovrebbe essere nuovamente assegnato a un gestore. Tirando le somme, da una parte traspare la volontà di far apparire AmTer come una società in passivo quindi inefficiente, dall'altra si prepara il campo all'abbandono delle le reti locali di approvvigionamento a beneficio di una rete principale proveniente da Genova. 

Nella maggior parte dei Comuni dell' estremo ponente ligure, dall'entroterra Ingauno fino a Ventimiglia, oltre il 90% dei Comuni gestiscono in economia diretta le proprie risorse idriche.
Sia il territorio, sia le infrastrutture, sono molto frammentati, poco idonei ad una gestione centralizzata; a causa degli alti costi di manutenzione e della bassa concentrazione demografica la gestione risulta poco appetibile per le grandi società .
Sembra quindi che il vero motivo della presenza dei grandi gestori, non sia un bisogno di razionalizzare o di ottimizzare i costi della gestione idrica, ma piuttosto quello di produrre utili. Infatti solo dove le previsioni di investimento sono favorevolmente proporzionate al numero di utenze e la densità di popolazione è più elevata, questi ultimi si impongono come gestori unici del Sistema idrico Integrato.


Se consideriamo il sistema idrico di Arenzano e Cogoleto possiamo riscontrare che esso è già dotato delle infrastrutture che consentono di sopperire ad eventuali carenze, principalmente estive, veicolando acqua proveniente da Genova, acquistandola cioè dalla stessa società (MdA)che rappresenta il 49 % di Am.ter stessa.
Come si può non pensare che una volta dichiarato antieconomico il mantenimento delle nostre fonti non si cerchi di monopolizzare l'intera area di ponente della città metropolitana vendendo acqua di MdA? O, ancor peggio, sostituendosi ad Am.Ter come gestore?
Le nostre sorgenti sono caratterizzate da un'acqua di alto pregio, essa non contiene calcare, è povera di sodio e di altri sali, ha un grado di salinità molto basso( 120 /180 microS). E' così pregiata che sull'altro versante dei nostri monti (Urbe) è stata, per un breve periodo, imbottigliata e venduta con il nome di “Acqua del Faiallo”. Non è accettabile che il servizio idrico venga gestito in termini unicamente speculatici senza tener conto degli aspetti qualitativi!

Come cittadini di Arenzano non intendiamo rinunciare alla qualità delle nostre acque e come cittadini di Arenzano a 5 Stelle chiediamo che l'amministrazione scelga di servire gli interessi della cittadinanza nello spirito delle leggi che regolano la materia, a partire dalla norma scaturita dal referendum del 2011, secondo cui, la gestione del Sistema Idrico Integrato non può avere fini di lucro. 
Il Comune deve porre il massimo rigore nel pretendere che le disposizioni del contratto di servizio siano osservate scrupolosamente, perché esse sono il corrispettivo di quanto i cittadini versano per esso.
Non sono tollerabili giochi politici tesi a favorire un regime di monopolio della gestione idrica, con conseguente abbandono delle risorse locali e diminuzione della qualità del servizio ai cittadini


Riunione congiunta su Am.ter