Il gruppo Cittadini attivi Arenzano A 5 stelle ha ospitato l'agronomo Claudio Serrano per capire meglio come sono andate le cose e per guardare in maniera più consapevole al futuro del parco della villa, patrimonio arenzanese.
La trasparenza e la partecipazione sono due elementi che caratterizzano l'operato del M5S; per questo motivo il gruppo di attivisti arenzanesi ha deciso di ascoltare il parere di un esperto e sciogliere eventuali dubbi su come sono andate le cose.
Questa la sintesi della relazione:
Il Parco di Villa Figoli fu progettato nel 1872 dall'architetto Rovelli. Esso si sovrappose ad un parco settecentesco in stile formale di cui conserva ancora alcune tracce.
Tra le piante messe a dimora durante il restyling il pezzo forte è rappresentato dalla splendida collezione di palme.
Nel febbraio del 1934 il parco fu sottoposto a tutela, garantendo pertanto per lo stesso le condizioni di conservazione e protezione. Infatti, sia la villa che il parco furono soggetti a vincolo della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici e sottoposti successivamente alle disposizioni di tutela dei Beni Culturali.
Il parco di Villa Figoli rientra nella tipologia dei “giardini romantici”.
La loro caratteristica è di essere creati per emozionare: ricchi di spazi racchiusi ed ombrosi, più che di spazi aperti, luminosi e lineari, atti a creare una sequenza di luoghi intimi tra alberi, cespugli e fiori che apparentemente sono fatti crescere in modo naturale, quasi disordinato.
ll problema è sorto, probabilmente, nel momento in cui il progetto architettonico della Villa ha prevalso su quello dell'agronomo. Infatti secondo gli architetti il progetto avrebbe dovuto valorizzare le viste prospettiche della villa mentre il parco diventa elemento di contorno che va sfoltito in quanto adito solo a dar risalto all'edificio. Mentre, al contrario, il progetto dell'agronomo è di tipo conservativo: esso tende a dare risalto al verde e a mantenere l'autenticità del giardino.
L'altro elemento che ha portato all'elaborazione del progetto preliminare di abbattimento, soprattutto quello riguardante i pini domestici, è stata la messa in sicurezza degli spazi pubblici.
E' ovvio che nessuno possa garantire che un albero in un centro urbano non cada e non arrechi danni in seguito ad un evento forte di vento. Pertanto, secondo questa logica, moltissimi alberi sani e non ancora giunti a fine vita, possono essere abbattutti.
Studi recenti hanno dimostrato che, in particolare per quanto riguarda i pini domestici, gli alberi lasciati crescere liberamente e con apparati radicali indisturbati siano più resistenti in quanto la naturale conformazione aerodinamica della chioma permette una maggiore stabilità.
In seguito all'incontro del 21 gennaio tra l'amministrazione e progettisti, tecnici comunali, tecnici dell'associazione DTGP (dirigenti e tecnici giardini pubblici) e con la presenza del Sig. Patrone - promotore della petizione pro parco - il progetto ha subito delle sostanziali modifiche.
Molte delle piante destinate all'abbattimento (in seguito ad indagini strumentali) sono state preservate.
Il direttore dei lavori, dr Sassatelli, bolognese, ha sposato le proposte riguardo l'integrale conservazione del palmeto suggerita dall'associazione Dirigenti e tecnici dei pubblici giardini.
Purtroppo però non si è fatto in tempo a fermare l'abbattimento di un tipo di palma dal tronco multiforme molto pregiato (vedi foto 1). Il numero totale delle piante abbattute è sceso sotto le 150 unità rispetto alle 207 previste e il totale delle 589 sottoposte alla verifica VTA (visual tree assessment). Oltre ad aver accantonato lo sfoltimento del palmeto quegli esemplari che venivano indicati come “da trapiantare per scopi architettonici” rimarranno al loro posto. Questo freno è stato posto grazie alla sollevata di scudi della cittadinanza arenzanese e ad una petizione contro l'abbattimento, atrimenti l'esecuzione dei lavori previsti dal progetto avrebbe potuto procedere per inerzia (vedi foto 2).
Al termine della pulizia preliminare l'Associazione Dirigenti e Tecnici dei pubblici giardini sarà invitata ad una visita nel parco in occasione della quale potrà attivarsi una sinergia tra progettisti-amministratori-