Spero che un giorno si realizzi un mio vecchio sogno: sostituire il principio del pareggio di bilancio, inserito impavidamente nell’art.81 della nostra Costituzione, con l’obiettivo del perseguimento della massima occupazione. E questo non solo per ribadire con forza quanto posto a fondamento della nostra Repubblica democratica nel primo articolo, ma perché è da ritenersi la finalità primaria a cui deve tendere ogni azione dello Stato in quanto tale.La nostra partecipazione all’UE, e in particolare all’Unione monetaria, hanno invece costantemente disatteso questo fondamentale principio, poiché il modello economico preso a fondamento e supporto per la sopravvivenza dell’euro, non permette ad economie molto diverse fra loro di poter raggiungere questo essenziale obiettivo nella stessa misura ed intensità; anzi paradossalmente riesce a farlo perseguire più facilmente a qualche paese ma a pesante discapito di altri!La globalizzazione abbracciata senza aver definito regole e comportamenti comuni ha fatto il resto, permettendo nel totale silenzio e complicità dei governi europei la delocalizzazione industriale e produttiva verso aree che consentivano maggiori competitività grazie a limitatissime garanzie in termini sociali e di democrazia oltre che alla piena flessibilità della propria moneta. L’effetto di tali dissennate scelte sono tristemente visibili nella desertificazione costante ed irreversibile che stanno condannando un Paese industriale come l’Italia a tassi di disoccupazione non più compatibili con chi si accredita ancora essere una nazione libera, rappresentativa e democratica.Cosa aspettare ancora nel non porre come primario e insostituibile obiettivo nella nostra Costituzione Repubblicana il sacrosanto fine del perseguimento della massima occupazione? Esiste per caso un beneficio superiore per la collettività di quello raggiungibile garantendo un lavoro a tutta la forza lavoro disponibile in ogni angolo del Belpaese? Ricordo che coloro che vollero e fondarono la Repubblica sulle ceneri del disastro della Guerra, avevano molto chiaro questo obiettivo perché erano ben consci che il più grande bene prezioso a nostra disposizione fosse la capacità e l’intraprendenza scaturita dal lavoro e se fosse stato garantito a tutti, avrebbe consentito prosperità e benessere nel tempo.Per rincorrere invece questo distorto “sogno” europeo abbiamo rinunciato a questo principio, non peraltro perché ci siamo affidati a personaggi nel passato e nel presente che non hanno minimamente compreso e valutato cosa gli effetti dei vincoli esterni avrebbero prodotto nel delicato meccanismo della nostra economia che in ogni caso, a torto o a ragione, ci aveva fatto ritornare fra i grandi.Perciò si faccia avanti chi sostiene invece che per il bene della collettività siano altri gli obiettivi o se perseguendo gli attuali, dettati e imposti da Bruxelles e Francoforte passando magari prima da Berlino, siano maggiormente funzionali per poter garantire un onesto e dignitoso lavoro per tutti!Antonio Maria Rinaldi
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mercoledì 21 gennaio 2015
L'OBIETTIVO PRIMARIO DEVE ESSERE LA MASSIMA OCCUPAZIONE
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