Venerdì 12 febbraio scorso è stata convocata l'assemblea di Am.Ter , ordine del giorno è il passivo di bilancio riscontrato nell'esercizio 2015 e la volontà dei 5 soci di maggioranza, i comuni di Cogoleto, Mele, Masone, Campo Ligure e Rossiglione, di capirne i motivi.
Il socio di minoranza che detiene il 49%, che è anche il socio operativo , è Mediterranea delle Acque (MdA), la stessa società che gestisce l'acqua di tutta Genova e che tramite le sue controllate gestisce di fatto anche le zone limitrofe e tutto il Tigullio . A MdA appartengono i Laghi del Gorzente, il complesso dei tre bacini artificiali che costituiscono la riserva idrica di tutta l'area. MdA è una controllata di IREN spa che ne detiene il 60% delle azioni, il restante 40% appartiene a F2i (banche, fondazioni, cassa depositi e prestiti).
Sul piano amministrativo abbiamo l'Ente d'Ambito che governa l' ATO (Ambito Territoriale Ottimale), esso assegna il Servizio Idrico ai gestori e con loro stabilisce le tariffe in base al rapporto fra spese correnti, previsione di investimenti e stima dei servizi erogati.
L'ente d'ambito dell' ATO genovese è costituito dai rappresentanti dei 67 comuni che lo costituiscono e fa riferimento alla città metropolitana di Genova.
L'assegnazione del SII ad un unico grande gestore da parte dell'Ente d'Ambito viene motivato come una scelta volta a razionalizzare il servizio, rendendolo più efficace ed economico, anche se, alla luce dei fatti, non riscontriamo nessun beneficio sulla bolletta mentre le spese per gli investimenti vengono ridotte a discapito delle piccole reti locali di approvvigionamento.
La tendenza delle grandi società di servizi a risparmiare sugli investimenti pur di ottenere dei dividendi è ormai nota, sembra anzi essere il reale motivo della loro stessa esistenza. In tutta Italia queste cosiddette “multiutility” spartiscono dividendi superiori agli utili: nel caso di MdA essa ha distribuito nel periodo 2010 -2014 , 367 milioni di dividenti a fronte di un utile di 350, questo in violazione della legge votata dagli Italiani con il referendum del 2011.
In questo contesto si inserisce l'incomprensibile buco di bilancio di Am.Ter :
Se confrontiamo gli esercizi dell'ultimo triennio possiamo notare che il conto economico della società continua ad essere positivo mentre compaiono considerevoli aumenti di voci accessorie in bilancio.
Sostanzialmente però, i numeri, non consentono ad una società che ha un capitale sociale di 1.300.000€ di venir liquidata per un buco di bilancio di soli 30.000 .
A norma statutaria la parte di azioni possedute dai comuni non possono nemmeno essere acquistate da un eventuale socio privato, solo se la società venisse in qualche modo liquidata il SII dovrebbe essere nuovamente assegnato a un gestore. Tirando le somme, da una parte traspare la volontà di far apparire AmTer come una società in passivo quindi inefficiente, dall'altra si prepara il campo all'abbandono delle le reti locali di approvvigionamento a beneficio di una rete principale proveniente da Genova.
Nella maggior parte dei Comuni dell' estremo ponente ligure, dall'entroterra Ingauno fino a Ventimiglia, oltre il 90% dei Comuni gestiscono in economia diretta le proprie risorse idriche.
Sia il territorio, sia le infrastrutture, sono molto frammentati, poco idonei ad una gestione centralizzata; a causa degli alti costi di manutenzione e della bassa concentrazione demografica la gestione risulta poco appetibile per le grandi società .
Sembra quindi che il vero motivo della presenza dei grandi gestori, non sia un bisogno di razionalizzare o di ottimizzare i costi della gestione idrica, ma piuttosto quello di produrre utili. Infatti solo dove le previsioni di investimento sono favorevolmente proporzionate al numero di utenze e la densità di popolazione è più elevata, questi ultimi si impongono come gestori unici del Sistema idrico Integrato.
Se consideriamo il sistema idrico di Arenzano e Cogoleto possiamo riscontrare che esso è già dotato delle infrastrutture che consentono di sopperire ad eventuali carenze, principalmente estive, veicolando acqua proveniente da Genova, acquistandola cioè dalla stessa società (MdA)che rappresenta il 49 % di Am.ter stessa.
Come si può non pensare che una volta dichiarato antieconomico il mantenimento delle nostre fonti non si cerchi di monopolizzare l'intera area di ponente della città metropolitana vendendo acqua di MdA? O, ancor peggio, sostituendosi ad Am.Ter come gestore?
Il socio di minoranza che detiene il 49%, che è anche il socio operativo , è Mediterranea delle Acque (MdA), la stessa società che gestisce l'acqua di tutta Genova e che tramite le sue controllate gestisce di fatto anche le zone limitrofe e tutto il Tigullio . A MdA appartengono i Laghi del Gorzente, il complesso dei tre bacini artificiali che costituiscono la riserva idrica di tutta l'area. MdA è una controllata di IREN spa che ne detiene il 60% delle azioni, il restante 40% appartiene a F2i (banche, fondazioni, cassa depositi e prestiti).
Sul piano amministrativo abbiamo l'Ente d'Ambito che governa l' ATO (Ambito Territoriale Ottimale), esso assegna il Servizio Idrico ai gestori e con loro stabilisce le tariffe in base al rapporto fra spese correnti, previsione di investimenti e stima dei servizi erogati.
L'ente d'ambito dell' ATO genovese è costituito dai rappresentanti dei 67 comuni che lo costituiscono e fa riferimento alla città metropolitana di Genova.
L'assegnazione del SII ad un unico grande gestore da parte dell'Ente d'Ambito viene motivato come una scelta volta a razionalizzare il servizio, rendendolo più efficace ed economico, anche se, alla luce dei fatti, non riscontriamo nessun beneficio sulla bolletta mentre le spese per gli investimenti vengono ridotte a discapito delle piccole reti locali di approvvigionamento.
La tendenza delle grandi società di servizi a risparmiare sugli investimenti pur di ottenere dei dividendi è ormai nota, sembra anzi essere il reale motivo della loro stessa esistenza. In tutta Italia queste cosiddette “multiutility” spartiscono dividendi superiori agli utili: nel caso di MdA essa ha distribuito nel periodo 2010 -2014 , 367 milioni di dividenti a fronte di un utile di 350, questo in violazione della legge votata dagli Italiani con il referendum del 2011.
In questo contesto si inserisce l'incomprensibile buco di bilancio di Am.Ter :
Se confrontiamo gli esercizi dell'ultimo triennio possiamo notare che il conto economico della società continua ad essere positivo mentre compaiono considerevoli aumenti di voci accessorie in bilancio.
Sostanzialmente però, i numeri, non consentono ad una società che ha un capitale sociale di 1.300.000€ di venir liquidata per un buco di bilancio di soli 30.000 .
A norma statutaria la parte di azioni possedute dai comuni non possono nemmeno essere acquistate da un eventuale socio privato, solo se la società venisse in qualche modo liquidata il SII dovrebbe essere nuovamente assegnato a un gestore. Tirando le somme, da una parte traspare la volontà di far apparire AmTer come una società in passivo quindi inefficiente, dall'altra si prepara il campo all'abbandono delle le reti locali di approvvigionamento a beneficio di una rete principale proveniente da Genova.

Sia il territorio, sia le infrastrutture, sono molto frammentati, poco idonei ad una gestione centralizzata; a causa degli alti costi di manutenzione e della bassa concentrazione demografica la gestione risulta poco appetibile per le grandi società .
Sembra quindi che il vero motivo della presenza dei grandi gestori, non sia un bisogno di razionalizzare o di ottimizzare i costi della gestione idrica, ma piuttosto quello di produrre utili. Infatti solo dove le previsioni di investimento sono favorevolmente proporzionate al numero di utenze e la densità di popolazione è più elevata, questi ultimi si impongono come gestori unici del Sistema idrico Integrato.
Se consideriamo il sistema idrico di Arenzano e Cogoleto possiamo riscontrare che esso è già dotato delle infrastrutture che consentono di sopperire ad eventuali carenze, principalmente estive, veicolando acqua proveniente da Genova, acquistandola cioè dalla stessa società (MdA)che rappresenta il 49 % di Am.ter stessa.
Come si può non pensare che una volta dichiarato antieconomico il mantenimento delle nostre fonti non si cerchi di monopolizzare l'intera area di ponente della città metropolitana vendendo acqua di MdA? O, ancor peggio, sostituendosi ad Am.Ter come gestore?
Le nostre sorgenti sono caratterizzate da un'acqua di alto pregio, essa non contiene calcare, è povera di sodio e di altri sali, ha un grado di salinità molto basso( 120 /180 microS). E' così pregiata che sull'altro versante dei nostri monti (Urbe) è stata, per un breve periodo, imbottigliata e venduta con il nome di “Acqua del Faiallo”. Non è accettabile che il servizio idrico venga gestito in termini unicamente speculatici senza tener conto degli aspetti qualitativi!
Come cittadini di Arenzano non intendiamo rinunciare alla qualità delle nostre acque e come cittadini di Arenzano a 5 Stelle chiediamo che l'amministrazione scelga di servire gli interessi della cittadinanza nello spirito delle leggi che regolano la materia, a partire dalla norma scaturita dal referendum del 2011, secondo cui, la gestione del Sistema Idrico Integrato non può avere fini di lucro.
Il Comune deve porre il massimo rigore nel pretendere che le disposizioni del contratto di servizio siano osservate scrupolosamente, perché esse sono il corrispettivo di quanto i cittadini versano per esso.
Non sono tollerabili giochi politici tesi a favorire un regime di monopolio della gestione idrica, con conseguente abbandono delle risorse locali e diminuzione della qualità del servizio ai cittadini

Il Comune deve porre il massimo rigore nel pretendere che le disposizioni del contratto di servizio siano osservate scrupolosamente, perché esse sono il corrispettivo di quanto i cittadini versano per esso.
Non sono tollerabili giochi politici tesi a favorire un regime di monopolio della gestione idrica, con conseguente abbandono delle risorse locali e diminuzione della qualità del servizio ai cittadini
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