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sabato 13 dicembre 2014

CONTRADDIZIONI E MANCANZA DI CHIAREZZA SU CAVA LUPARA E SUL DEPURATORE INTERCOMUNALE


Sapete quanto costa Il depuratore intercomunale di Arenzano? 
Costa 21 milioni di euro: soldi che già nel 2003 erano stati stanziati per coprire integralmente la spesa e che provengono da fondi Haven, fondi CIPE, dai fondi dei tre Comuni interessati, della Provincia e della Regione.


Considerato che il totale del capitolato d'appalto, commissionato dal dipartimento di Protezione Civile del CSM ammontava nel 2007 a 5.044.339 euro, ci interesserebbe sapere quali siano stati i lavori non previsti nel capitolato che giustifichino  una quadruplicazione del costo. 
I lavori, iniziati il 31/1/2005, dopo essere stati commissariati più volte e per ultimo dalla Provincia di Genova, sono andati sempre a rilento, finché nel 2014, si sono fermati.
Al Sindaco Biorci, durante l'ultimo consiglio, è stato chiesto dalla minoranza il motivo del fermo, ma le risposte fornite dalla stessa, ci sono apparse poco chiare, e un po' frettolose.
Infatti, secondo il Sindaco e il Commissario Brescianini, la causa del fermo dei lavori sarebbe da imputare  alla chiusura della discarica genovese di Scarpino in cui si sarebbero dovuti conferire 16.000 metri cubi di terre di risulta provenienti dagli scavi di Cava Lupara e che a detta del Sindaco  "sono già lì e ce ne sono già fuori in attesa di essere portate via, e ne devono essere scavate ancora ed essere portate via". Queste le testuali parole del nostro sindaco.
Cerchiamo di chiarire due cose fondamentali:
1-  in una conferenza stampa di febbraio 2014, Burlando dichiarava: "Al momento sono terminate le opere di consolidamento e messa in sicurezza di Cava Lupara, è stata eseguita la messa in sicurezza della parete rocciosa attraverso il posizionamento delle reti di contenimento e sono stati demoliti i manufatti pre-esistenti in calcestruzzo. Inoltre, sono in corso i lavori di preparazione dell'area sulla quale verrà realizzato l'edificio che ospiterà i processi depurativi". Quindi a febbraio di quest'anno a detta di Burlando erano iniziati gli scavi per appianare l'area del futuro depuratore senza preoccuparsi delle già note e severe condizioni di Scarpino che era a rischio chiusura.
Infatti sulla discarica genovese c'era già il problema della frana dei terreni alle spalle di Sestri e la Provincia in primavera aveva lanciato gli ultimatum per la messa in sicurezza dal rischio frane. Inoltre, a mettere soprattutto in allarme di una prevedibile chiusura, era la mancanza di adeguamento della discarica alle normative sui rifiuti. In questo caso ad andare sotto processo è stato il cosiddetto pretrattamento dei rifiuti, ovvero ciò che succede alla spazzatura dopo essere stata raccolta e prima del suo smaltimento definitivo.
Già nel 2013 l’allora ministro dell’Ambiente Orlando, aveva emanato una circolare che introduceva ufficialmente la necessità di separare la parte umida da quella secca della raccolta indifferenziata prima di poter smaltire i residui in discarica. Come altre discariche liguri, Scarpino non aveva e non ha tuttora gli impianti necessari per effettuare un pretrattamento dei rifiuti, pertanto era ed è  fuori norma. Così la Regione Liguria aveva predisposto una deroga per tutti i Comuni che avessero presentato un cronoprogramma per l’adeguamento impiantistico e un piano per l’estensione della raccolta dei rifiuti organici. Tuttavia, come era prevedibile, a metà ottobre di quest'anno e dopo vari avvisi, la deroga regionale è stata ritirata, LA DISCARICA  è  STATA CHIUSA e i rifiuti si sono cominciati a trasportare in Piemonte, portando ad un'emergenza rifiuti ANNUNCIATA.
Ciò premesso, avremmo chiesto: 
perché non è stata pianificata un'altra ipotesi di conferimento, visto che già da tempo la discarica genovese non era a norma e se ne paventava la chiusura?  
perché non pensarci prima?
2- Leggendo la delibera Comunale del 2013 riguardante la convenzione che il Comune di Arenzano ha stipulato con Rete Ferroviaria Italiana e consorzio Cociv, che disciplina l'intervento di riqualificazione e messa in sicurezza di Cava Lupara, leggiamo che vengono  "utilizzati esclusivamente materiali di scavo provenienti dalle GALLERIE DEL TERZO VALICO PER IL QUANTITATIVO STIMATO DI 1.600.000 metri cubi DI TERRE E ROCCE E DA SCAVO.
Oltre all'assurdità della legge che permette di mettere in sicurezza una cava con rocce contenenti materiali inquinanti e nocivi, mentre non permette di utilizzare le terre inerti provenienti dagli scavi della stessa cava e obbliga a conferirli in discarica, ci duole constatare come la Regione Liguria e gli enti locali non abbiano provveduto a fare una legge delega affinché ciò avvenisse e soprattutto in modo da  affrontare il problema annunciato del conferimento con largo anticipo. 
Tanto più che, nonostante la messa in sicurezza con terre del terzo valico e con reti di protezione, recentemente si è verificata un'altra situazione di dissesto della parete rocciosa.
il sindaco Biorci parla infatti di "una frana imponente", tra l'altro ben visibile anche dall'autostrada, mentre Burlando a febbraio asseriva  che erano terminate le opere di consolidamento e messa in sicurezza di Cava Lupara attraverso il posizionamento delle reti di contenimento.
Quindi viene spontaneo chiedersi se accettare un apporto spropositato di rocce e terre da scavo inquinate dal terzo valico, sia davvero l'unico modo per mettere in sicurezza una cava, o se sia solo un modo per incassare denaro che passa attraverso un consorzio discutibile, a scapito di un maggior inquinamento.
Inoltre "se Cava Lupara, nonostante la presunta messa in sicurezza, è a evidente rischio idrogeologico, perché costruirvi alla base un costosissimo depuratore? COME SI FA A COSTRUIRE UN DEPURATORE SOTTO UN TERRENO ROCCIOSO FRANOSO?
Come vedete la situazione  appare controversa e contraddittoria. 
NEL FRATTEMPO, FIUMI DI DENARO PUBBLICO SCORRONO VIA, I TEMPI SI DILATANO, LE COOPERATIVE APPALTATRICI SPECULANO E L'INQUINAMENTO AUMENTA, IN BARBA A TUTTE LE LEGGI EUROPEE CHE TUTELANO L'AMBIENTE.




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